Cosa mi riserverà il futuro?
Che ricadute avrà questa azione nel futuro?
Quale futuro devo aspettarmi?
Quando proviamo a lanciare lo sguardo nello sfocato mondo del “domani”, sono moltissimi gli interrogativi che emergono.
Eppure, forse, le domande che ci poniamo partono tutte da un presupposto sbagliato.
Quanti futuri esistono?
Secondo un approccio relativamente nuovo quale quello dei Futures Studies, è infatti indispensabile partire da un preciso presupposto: non esiste un solo futuro predeterminato, bensì una molteplicità di futuri possibili, che saranno le scelte individuali e collettive a determinare via via. Non futuro, quindi, ma futuri. E come possono essere questi futuri? L’Italian Institute for the Future ne ipotizza tre diverse tipologie:
- futuri plausibili, ovvero proiezioni i cui contorni possono essere definiti in modo abbastanza chiaro applicando strumenti predittivi (anche quantitativi, come i forecast);
- futuri possibili, ovvero tutto l’insieme di futuri scaturiti dalle nostre aspirazioni e aspettative, visioni utopiche, discontinuità radicali (wild card). Questi futuri sono così vaghi e indefiniti che non possono essere previsti, ma possono essere oggetto di analisi di scenario (foresight);
- futuri preferibili, ovvero i futuri che desideriamo realizzare.
Perché si avveri nel futuro ciò a cui aspiriamo, è necessario che si pongano solide fondamenta nel presente, adottando strategie anticipanti mirate.
È possibile conoscere il futuro?
Viviamo in un mondo VUCA.
Cosa significa? Che Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity sono gli elementi che più fortemente caratterizzano il contesto in cui ci troviamo ad agire oggi, come individui e come organizzazioni (approfondimento qui).
Proprio per queste ragioni si sta facendo sempre più impellente l’esigenza di investire tempo e attenzione sul futuro, cercando di fissare nel medio/lungo termine un obiettivo che permetta di delineare una rotta stabile in un presente mutevole.
Il fatto che esistano molti futuri alternativi, alcuni preferibili, altri meno, e che le azioni e le strategie intraprese nel presente possano renderne più o meno probabile la realizzazione, ci impone infatti di riflettere con attenzione su due aspetti cruciali:
- che futuro desideriamo?
- cosa possiamo fare per ottenerlo?
È possibile cambiare il futuro?
Il Futures Thinking si occupa di stimolare riflessioni a riguardo, aiutando a creare scenari esplorabili e, soprattutto, creando connessioni dirette fra le azioni che vengono compiute nel presente e i loro possibili effetti futuri. È uno strumento utilizzato prevalentemente da aziende e pubbliche istituzioni per allenarsi a innovare, competere e creare valore mediante l’utilizzo di un un pensiero immaginativo che interpreti i segnali di futuro nel presente per elaborarli progettualmente a lungo termine. E non solo: grazie a workshop e altri strumenti volti a stimolare la partecipazione e la condivisione di una visione comune proiettata al futuro è possibile dotarsi di un mindset in grado di immaginare tutti i possibili scenari futuri e, di conseguenza, prepararsi a reagire nel modo migliore alle sfide che verranno.
Qui in Marcopolo, grazie alla guida della nostra futurologa e strategy manager Gloria Puppi, ci siamo interrogati sul nostro futuro e stiamo lavorando per realizzarne la versione più preferibile possibile. Ci piace invitare anche chi lavora insieme a noi, collaboratori, partner e clienti, a fare lo stesso.
Che ne dici, ti andrebbe di provarci?